Di questo luogo si innamorò lo scrittore statunitense, Lord Francis Marion Crawford ,che in compagnia della moglie e di un marinaio, si spingeva nell'esplorazione delle coste del sud Italia. Si fermava a soggiornare in una Torre Saracena posta proprio sulla baia, da qui traeva ispirazione per i suoi racconti, alcuni dei quali erano ambientati proprio per le vie del borgo. Questo Castello, meraviglia, a picco sul mare dagli anni '80 è diventato un residence di altissima qualità.
Il promontorio roccioso, alto 33 metri sul livello del mare, posto a sud del territorio di Praia, a destra del torrente Fumarulo, in strategica posizione di raccordo tra l'enclave della Mantinera e della Falconara, probabilmente già dai Normanni fu utilizzato come "punto" di guardia e di difesa che vi costruirono un qualche manufatto andato però in parte "perduto" nei secoli successivi.
I feudatari di Aieta, che tenevano dominio anche sulla marina di Praja, non sottovalutarono mai l'importanza di quel sito, dal quale si potevano "controllare" agevolmente le vie di raccordo tra gli Appennini ed il mare, precisamente quelle coincidenti con i valloni del Cangero, della Zaparia, del Vingiolo, della Cucuzzata, oltre che "guardare" tutte le altre, fino ad alcune ricadenti nell'agro di Tortora, e perciò non abbandonarono mai il proposito di "sistemarvi" almeno un "posto di guardia".
Nel saggio storico di Gustavo Valente " Le torri costiere della Calabria" si ha notizia che, tra il1593 e il 1594, la "Torre Fumarola" era in costruzione su commissione dei marchesi Cosentino di Aieta, ai quali apparteneva anche il territorio di Praia; ma probabilmente si trattava di una sistemazione e di un ampliamento della costruzione di epoca normanna (XI / XII secolo). Tale presidio attraverso' tutte le dominazioni successive a quella normanna: quella angioina, quella aragonese, quella borbonica e quella napoleonica, come torre d'avvistamento per le incursioni saracene prima, ( vi e', alle spalle del Fortino, ancora oggi, una localita' chiamata " Saracinello" ) e degli assalti pirateschi e turchi poi. Nei secoli precedenti la seconda meta' dell'800 il territorio dell'immensa plaga, come tutte le zone costiere del sud d'Italia, era del tutto abbandonato dagli abitanti, che temevano gli assalti dal mare, e , in alcuni tratti, era preda degli acquitrini, fonti di malaria. Lo storico Francesco Strazzullo nel suo "Documenti del '600 per la storia dell'edilizia e dell'urbanistica nel Regno di Napoli" riporta i contratti di appalto per la costruzione della " Torre Fumarulo ad Ajeta". Probabilmente anche in questo caso si tratto' di restauri o ampliamenti. Jole Mazzoleni, nel suo saggio " Fonti per la storia della Calabria nel Viceregno" (si tratta dell'epoca dell'impero di Carlo V, nel XVIe XVII secolo, che aveva posto un vicere' nei suoi domini del Sud d' Italia) precisa che negli anni 1661-1662 vi fu assegnato come " torriere" un certo caporale Francesco Di Biase. Dunque la Torre del Fumarulo, tra il XVI e il XVII secolo fece parte di quel sistema di fortificazioni costiere per la difesa dalle incursioni piratesche e turche. Lo storico Giuseppe Guida riporta nei suoi scritti sul territorio che il Fortino, in quel periodo " poteva contenere sei uomini ed era armato con due cannoni calibro 4 per tre giri per pezzo".
Durante l'epoca napoleonica ( primo decennio dell' '800, fino al 1815) il torrione fu ampliato ulteriormente assumendo, piu' o meno, l'attuale aspetto e fu adibito a forte armato, capace di ospitare una numerosa guarnigione e per questo motivo si comincio' a chiamarlo "Fortino". Durante il dominio napoleonico nel territorio vi furono frequenti rivolte filoborboniche con scorrerie capeggiate da Necco, brigante fedelissimo alla vecchia casa regnante, spodestata dagli eserciti napoleonici. A tale proposito alcuni storici riportano racconti di numerosi fatti di sangue, repressi dai soldati francesi di stanza nel Fortino. Le lotte armate vedevano protagonisti anche i briganti, che gia' d' allora imperversavano nella Basilicata e nella Calabria settentrionale, anche se il picco piu' alto del Brigantaggio fu quello del 1862/1865, all' indomani dell' Unita' d' Italia.
Con la caduta dell'impero impero napoleonico e l' esecuzione a morte del vicere' di Napoli Gioacchino Murat a Pizzo Calabro, il Fortino del Fumarulo fu disarmato per molti anni, ma vi fu lasciato a soggiornare, come riporta il Guida nei suoi scritti, l' Ufficiale di artiglieria Pasquale De Paola, di Piedimonte d'Alife, successivamente nominato barone dai Borboni.
Dopo l' Unita' d' Italia, la struttura passo' al comune di Ajeta, ma subito dopo, nel 1866, ritorno' in possesso del demanio statale (eravamo gia' nel Regno d'Italia e non piu' nel regno delle due Sicilie). Negli ultimi decenni dell' '800 fu venduta alla famiglia Nappi e sucessivamente, nel 1933 divenne sede del " Regio ginnasio Michele Bianchi". Dopo !a seconda guerra mondiale, nel1946, fu sede della scuola media-ginnasio statale fino al 1966, quando venne costruito l' edificio scolastico nel centro di Praia. Negli anni '80 del secolo scorso fu ceduto dai proprietari ad una societa' di costruzioni ed ha cambiato completamente destinazione, divenendo un " residence" di altissima classe.
(Fonti storiche: Si ringraziano: Gustavo Valente, Francesco Strazzullo. Jole Mazzoleni, Giuseppe Guida, M.Giuditta Garreffa)